Oggigiorno la maggiorparte delle pipe in vendita sono costruite in radica. Questo legno non è però l’unico materiale con il quale è possibile construire una pipa, soprattutto non lo era nel passato. Ecco una rapida sintesi dei principali materiali usati per la construzione delle pipe.

 

Radica

È il legno per eccellenza anche se in realtà lo si usa solo a partire dai primi decenni dell ’800. Per la fabbicazione dei fornelli da pipa si utilizza il cosiddetto “ciocco”, una sorta di rigonfiamento della parte iniziale della radice di Erica arborea (un arbusto sempreverde tipico delle regioni mediterranee) che cresce appena sottoterra. Il vantaggio principale della radica è dato dalla sua resistenza al calore (che evita la formazione di crepe nel fornello durante la fumata) e alla combustione (non rischiate troppo di bruciare la pipa stessa).

 

Altri legni

La radica non è l’unico legno con il quale si possono costruire le pipe. Teoricamente qualsiasi tipo di legno può essere utilizzato e soprattutto prima del ’900 un po’ ovunque si costruivano pipe con i legni reperibili in loco. In pratica solo un numero limitato di legni si presta alla costruzione di pipe di buona qualità (possibilità di lavorazione, resistenza alla combustione ecc.). Tra i legni ancora oggi utilizzati vi sono il Ciliegio, l’Ulivo, il Frassino, la radica di Corbezzolo e il Limone (nella foto). Si tratta in ogni caso di legni meno resistenti alla combustione e al calore e quindi meno “adatti”, o perlomeno sono consigliabili a fumatori già esperti.

 

Morta

Merita una menzione particolare la cosiddetta Morta (bog oak in inglese). Si tratta di legno semifossile (qualche migliaio di anni) di quercia (oak in inglese). Le pipe in Morta sono generalmente di dimensioni medio-piccole e sono di colore grigio scuro. La scarsa reperibilità (sul mercato, sottoterra v’è n’è parecchia…) e le difficoltà di lavorazione (il legno stagionando tende a creparsi) fanno sì che le pipe di Morta siano abbastanza care.

 

Schiuma di mare

Le mitiche Meerschaum molto di moda tra fine ’800 e inizio ’900. Si tratta di pipe construite in Sepiolite, un minerale bianco (ma ingiallisce con le fumate) e molto leggero, abbondante in Turchia e in alcune regioni dell’Africa. Inizialmente se ne trovavano pezzi che galleggiavano sul Mar Nero (da dove il nome…). Oggi la sepiolite viene estratta da giacimenti sotterranei. La facilità di lavorazione di questo minerale permette di creare fornelli che sono vere e proprie sculture. Il loro principale “difetto” è la fragilità.

 

 

Argilla

È uno dei materiali con cui venivano fabbricate buona parte delle pipe prima dell’avvento della radica. Di color panna queste pipe si caratterizzano per un lungo cannello diritto. La facilità di frabbricazione e la loro economicità ne spiegano il successo. Oltre la loro fragilità, lo svantaggio principale è dato dal forte riscaldamento in fumata. A volte vengono chiamate, un po’ impropriamente, “pipe di gesso” o “pipe di terra”.

 

 

 

Porcellana

La porcellana constituiva l’alternativa di “lusso” all’argilla. Come la sua sorella è fragile e facilmente surriscaldabile e l’avvento della radica ne ha decretato il declino. Particolarmente eleganti le pipe di porcellana danesi dipinte di blu (qui a fianco una Royal Copenhagen), la cui produzione è continuata fino agli ani ’80 del XX secolo.

 

 

 

 

 

 

Metallo

Generalmente costituite da un cannello in metallo al quale viene avvitato un fornello in radica. Esistono anche modelli con il fornello di metallo. A parte la resistenza, una pipa in metallo è più una questione di “stile” che di “utilità” oggettiva. La Falcon è la marca più rinomata di tali pipe. Che dire? Una Falcon o si ama o si odia.

 

 

Pannocchia

Prodotte soprattutto negli States sono pipe da battaglia. Di qualità non eccelsa (bruciano con una certa faciltà e tendono a restituire il gusto di pannocchia…), hanno il vantaggio di essere poco care e di fornire una fumata fresca. Come le Falcon, la pipa in pannocchia o si ama o si odia.

 

Fonte: Gusto Tabacco